A due passi dal mare, circondato da boschi, frutteti e uliveti, il ritiro della Bandita, oggi sede degli Archivi Matta, è un’oasi nel sogno, nella bellezza e nella fantasia.
Convento dei Padri Passionisti voluto da San Paolo della Croce nel 1750, fu acquistato dall’artista cileno Roberto Sebastiàn Matta nel 1968. Un restauro laborioso e attento ha preservato l’essenza del luogo senza mai snaturarla, ma, allo stesso tempo, ha operato una trasformazione mossa dall’immaginazione e dalla sensibilità dell’artista, che ne ha fatto il suo luogo dell’anima.
In questo angolo di paradiso, quasi estraneo dal mondo eppure così carico di vita, si conservano diverse opere dell’artista, la sua straordinaria collezione di arte primitiva, le stanze votate al suo lavoro e la cappella dove Matta, dagli anni Settanta, ha dipinto e plasmato molte delle sue creazioni e nella cui cripta ora riposa insieme alla moglie Germana Ferrari.
Qui si rivela la quintessenza della sua incondizionata libertà e totale apertura nei confronti dell’esistenza, delle religioni, delle culture, delle tradizioni di ogni popolo. Tutto a Matta interessa di ciò che è umano e le sue opere lo rivelano in ogni dettaglio. Dal presepe in ceramica, in cui i personaggi, tra angeli e magi, indossano mascherine come in un divertente gioco dei ruoli; al crocefisso in cui corpo e croce si fondono in una cosa sola; dal monumentale dipinto della Pentecoste, con il suo moltiplicarsi di mani e di cuori; alle sedie di design realizzate anche da materiali di scarto, per aprirsi come corolle e trasformarsi in troni.
Con la ceramica Matta plasma forme e figure che sembrano scaturire dall’inaspettato incontro di due civiltà antichissime: quella precolombiana Mapuche, che ha radici cilene, e quella mediterranea, etrusca e latina, dominante in terra d’Etruria, a nord del Tevere e, quindi, a Tarquinia.
“Io credo che la ceramica sia stata l’alfabetismo, il leggere dei popoli indiani d’America. Per la gente Incas la ceramica era l’essere coerente, l’afferrare ciò che era intorno, avere una geografia, un’immagine del mondo.”
“La ceramica è come un curioso specchio, una specie di autoritratto per vedere a che punto sono le tue mani perché quando si stancano le mani, tutto diviene carta di credito. L’arte è per definizione la reazione al niente, la poiesis.”
La Bandita è un’abitazione privata e, in quanto tale, non aperta al pubblico. Per informazioni:
Tel. + 39 0766 855955