Lo spazio espositivo è proprio di fronte all’ingresso della Necropoli Monterozzi, ma è nel laboratorio sito nella zona artigiana che Marco Bocchio realizza le sue ceramiche d’imitazione, con una predilezione per la manifattura etrusco-corinzia e per quella in stile attico. Autodidatta, ha acquisito una profonda conoscenza delle tecniche e grande abilità nella decorazione, rigorosamente manuale: un bagaglio indispensabile per l’esecuzione di lavorazioni così complesse. È lo stesso Bocchio a creare i colori.

È la tradizione ceramica etrusca, così come quella di età greca e romana, a ispirare questo artigiano che già all’età di 8 anni modellava l’argilla per creare opere in stile villanoviano. Massimo Bordo può mostrare un vasto repertorio, che rivela grande passione per la ceramica e sapienza.  Costruisce manualmente i suoi strumenti da lavoro, in particolare per le decorazioni.

Intimamente legato alla cultura classica, sperimenta tuttavia nuove tecniche e rielabora in chiave contemporanea forme e motivi decorativi del passato.

Il suo studio è un luogo senza tempo, un’oasi di pace nel borgo medievale in cui l’arte ceramica degli Etruschi vive in simbiosi con opere contemporanee plasmate per emanare messaggi profondi e assoluti. Veterano tra i ceramisti tarquiniesi, Calandrini guarda al mondo con occhi puri di bambino ma esprime, con notevole capacità creativa e grande maestria nelle tecniche manipolatorie, la consapevolezza matura di chi, uomo e artista, intenda compiere un forte lavoro di introspezione volto a scoprire l’essenza umana nel suo divenire.

Architetto e insegnante, nel 2018 apre l’atelier ANSER, in cui esercita l’attività di ceramista congiunta allo svolgimento di corsi per bambini e adulti. Il laboratorio artistico utilizza principalmente creta rossa e creta bianca. Le tecniche utilizzate sono diverse e attingono dalla tradizione locale: dal vasellame in stile greco-etrusco, alla maiolica rinascimentale, all’utilizzo degli smalti per la finitura di sculture e oggetti di libera creazione. Particolare attenzione è rivolta alla realizzazione di oggetti di ispirazione etrusca interpretati in chiave contemporanea.

Diplomatosi all’Istituto d’Arte, scopre la passione per la modellazione della creta e per la pittura vascolare fin da giovanissimo. Dal 1982 si dedica pienamente alla professione di ceramista, specializzandosi nell’uso del tornio e nella riproduzione di forme e tecniche decorative antiche. Nel suo studio, sito in una delle torri del Palazzo dei Priori, è esposto un ampio repertorio di oggetti in bucchero di tipo etrusco e ceramiche a figure nere raffiguranti fregi floreali e animali, in stile corinzio, oppure scene mitologiche di ispirazione attica.

Nato a Tarquinia nel 1952, consegue il diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma con Alberto Ziveri. Spinto dalla necessità di acquisire nuove modalità espressive, sperimenta diversi linguaggi e tecniche artistiche, come il disegno, la scultura in bronzo e terracotta. Approfondisce le tecniche antiche etrusche, in particolare l’utilizzo dell’ematite, ossido di ferro che estrae dai depositi piovani del territorio e che, combinato con la cottura a riduzione di ossigeno e in bucchero, dà ai suoi lavori particolari toni di ocra e bruno fino al nero.

Psicoterapeuta belga, è giunta a Tarquinia nel 2014 in veste di viaggiatrice. Qui ha riconosciuto il suo luogo dell’anima e la sua casa, qui ha scoperto un nuovo modo di esplorare l’interiorità umana attraverso la manipolazione dell’argilla.

Le sue sculture a forma di foglia, intime e delicate, esprimono i principi di bellezza, armonia e purezza insiti nella natura. In esse, la luce si trasforma in energia vitale, la stessa che nelle opere di Nicky Peetemans, terrecotte ed acquerelli, si rivela attraverso i colori mutevoli delle nostre emozioni.

Allieva del pittore inglese Brian Mobbs, negli anni ’90 si cimenta nelle arti figurative fino ad approdare alla lavorazione della ceramica di imitazione etrusca.

Oggi svolge l’attività di ceramista a tempo pieno, affiancando alla produzione in stile antico il desiderio di giocare con forme originali e tecniche innovative. In particolare, ama il raku, così imprevedibile nella resa di smalti e colori, che utilizza nella realizzazione di monili e delle cosiddette “scatole”, creazioni tridimensionali di grande fantasia che traggono spunto dal mondo teatrale e dell’immaginario.

I due fratelli sono titolari di un’impresa artigiana, Todini Sculture, che eccelle nel campo della lavorazione della pietra e, al tempo stesso, può fregiarsi del contrassegno di “origine e qualità dell’artigianato artistico e tradizionale” rilasciato dalla Regione Lazio per il pregio dei manufatti in ceramica, in prevalenza sculture e pannelli decorati con smalti multicolori.

Per Roberto e Stefano, “la lavorazione della ceramica è, assieme al disegno, la base del lavoro di un laboratorio d’arte”.

Nel suo laboratorio, Antiche Tradizioni, sito proprio accanto alla Necropoli Monterozzi, “racconta” gli Etruschi attraverso la ceramica. A trasmettergli la passione per questa arte, è stato il padre, dal quale ha appreso l’uso del tornio a mano. Ancora oggi, gli oggetti firmati da Michele Totino, artigiano, sono foggiati al tornio, così come l’intero ciclo di lavorazione è manuale. Le antiche tecniche sono utilizzate anche per la decorazione, per la quale l’artigiano prepara il colore tramite decantazione dell’argilla.

Romano, vive e lavora a Tarquinia da più di quarant’anni, ove esprime la sua arte primaria di scultore, ma anche di pittore.

Le sue opere spiccano per la marcata ricchezza di stili, dal classico al contemporaneo – la sua forma d’arte più autentica che eleva il pensiero al Cielo e all’Infinito -, e per l’ampia varietà di materiali usati, frutto di incessanti sperimentazioni. Il suo studio è una mostra permanente aperta al pubblico.

Sua l’opera che campeggia nella rotonda di ingresso a Tarquinia, raffigurante i cavalli alati.